Nell’Intelligenza Emotiva, una delle voci importanti da considerare e da affrontare è la capacità di essere empatici ed è per questo che ora parlerò di neuroni specchio.
Queste scoperte hanno segnato la mia vita personale e professionale, ed è proprio per la loro importanza che avranno uno spazio dedicato all’interno dell’Accademia di Coaching Alkemico che inizia il 29 Gennaio 2022.
Cos’è l’empatia?
E’ la capacità di percepire quello che sentono gli altri avvertendo un’affinità, un collegamento sottile, che crea un’intesa immediata tra le persone.
Per riconoscere quello che sentono gli altri è necessario prima di tutto riconoscerlo in noi stessi.
Più siamo in contatto con le nostre emozioni e riusciamo a ‘contenerle’ e più riusciamo a farlo con le emozioni degli altri.
Contenere le emozioni significa essere in grado di accoglierle, sentirle, guardale e riconoscerle. Se questo non succede le emozioni divampano e non si è in grado di comprenderle, capirle, di identificarle e decodificarle per poi trasmetterle agli altri.Contenere le emozioni è molto diverso dal controllare le emozioni.Quando si vuole controllare un’emozione, si agisce con la mente razionale, attraverso una scelta comportamentale autoimposta che per il 90% circa dei casi è destinata al fallimento, poiché l’emozione è molto più potente della mente razionale.L’emozione non si può controllare nel momento in cui si esprime, poiché si manifesta in un trentesimo di secondo, ma si può imparare a gestire per i momenti futuri. |
Cosa sono i neuroni specchio?
Negli anni ‘90 sono stati scoperti dei neuroni, chiamati neuroni specchio da un’equipe dell’Università delle Neuroscienze di Parma, grazie all’osservazione di macachi che stavano mangiando delle noccioline: si sono accorti che le aree del cervello dei macachi che stavano facendo questa determinata azione erano le stesse che si attivavano nel momento in cui altri macachi li guardavano mangiare noccioline. Hanno così scoperto che esistono i neuroni specchio anche nell’uomo, tant’è che questa modalità vale anche per noi esseri umani, ciò significa che se tu osservi una persona agire, quindi fare un’azione che già conosci, si attivano i neuroni specchio in tutte le stesse aree del cervello di attivazione di quell’emozione anche se non si sta compiendo l’azione.
Questo poi si riversa e si trasla anche sulle emozioni, quindi tu riconosci la paura, il dolore, la tristezza, la rabbia e anche la gioia in altre persone, perché tu per primo hai vissuto quelle emozioni e quando sei in relazione con persone che le sentono entri in empatia con loro.
Sulla base degli ultimi studi stati fatti, se non abbiamo ancora avuto l’esperienza della decodifica di un’emozione, non possiamo riconoscerla ed empatizzare con la persona che abbiamo davanti, che non vuol dire che non sentiamo quell’emozione ma semplicemente non l’abbiamo decodificata, quindi contenuta.
Perché è importante essere empatici?
Essere empatici è una skill importantissima da acquisire e attivare per entrare nel mondo dell’altro, comprenderlo, capire cosa lo spinge ad agire e i suoi perchè. Questo permette prima di tutto di avere delle relazioni sane, di cuore, non basate su bisogni, ma su fiducia e stima, e poi permette altresì di creare una relazione sana con se stessi e di crescita continua e costante, grazie al concetto quantistico di realtà a specchio.
Ogni persona che incontriamo nella nostra strada è uno specchio di una parte di noi e quindi nessun incontro avviene per caso. Capire cosa una persona riflette di noi spesso non è immediato e serve un aiuto di un coach esperto che ci accompagni a scavare ed estrapolare lo specchio matrice che crea l’incontro dei due soggetti.
Molte persone crescono con la capacità di empatizzare in modo naturale, senza dover implementarla con l’allenamento costante. Nella mia esperienza queste persone hanno spesso caratteristiche di quella, che viene chiamata dalla scienza, ‘ipersensibilità o alta sensibilità’.
Dal momento che nella nostra società non c’è ancora una cultura all’educazione dell’Intelligenza Emotiva, queste persone vengono letteralmente rovesciate dalle loro emozioni sommate alla percezione delle emozioni degli altri, finendo il più delle volte a rifiutare questa particolarità strutturale invece di godere dei vantaggi che porta con sé.
Empatizzare troppo può essere deleterio, per questo sapere come gestire le emozioni e avere una buona Intelligenza Emotiva significa anche saper gestire la troppa empatizzazione.
Essere troppo empatici porta al un punto in cui si assorbono le energie ed emozioni degli altri, senza più occuparsi di sé, rischiando così di evitare di risolvere le proprie problematiche, pur di aiutare gli altri a risolvere le loro.
Questo è il tipico atteggiamento delle persone che hanno come scopo nella vita, come ikigai (modo giapponese in voga oggi anche nelle nostre case) quello di aiutare gli altri.
Che lo facciano per mestiere o meno, normalmente cadono nella trappola inconscia del “io aiuto te per non guardare me stesso e sentirmi appagato per il mio apporto”.
Per capire se siete in questa modalità chiedetevi se state lavorando su di voi o se invece lavorate solo sugli altri senza occuparvi di guardarvi dentro, perché in questo caso è un primo campanello d’allarme che vi mette nella condizione di fare qualcosa di diverso.
ESERCIZIO EMPATIA E NEURONI SPECCHIO
- Da 1 a 10 quanto sono empatico nelle mie relazioni?
- Da 1 a 10 quanto uso la mia empatia per trarne riflessioni e crescita per me stesso?
- Da 1 a 10 quanto assorbo le emozioni degli altri rischiando di esserne travolto?
- Da 1 a 10 quanto son in grado di avere un buon equilibrio nell’empatizzazione con l’altro (in modo da entrare nella sua mappa del mondo, rispettandola e mantenendo i confini delle nostre realtà personali)?
In base ai tuoi risultati e alle nozioni apprese dal testo, quali azioni puoi immediatamente implementare o togliere dalle tue abitudini per una sana empatia?
Se hai già una sana empatia e ti fa piacere, racconta e testimonia come riesci a mantenerla e come sei arrivato a ottenerla.
Grazie